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Andy Murray ha bisogno ancora di qualcosina in più, ma è tornato a pungere

Dominic Thiem stoppa la corsa di Andy Murray nel “China Open”. Ma un aspetto è risultato evidente da questo avvincente quarto di finale: lo scozzese è tornato a dire la sua tra i grandi. Andy is back, verrebbe da dire? Vedremo. Sta di fatto che il suo livello sta crescendo partita dopo partita e se proseguirà con queste falcate lo rivedremo molto presto tra le prime posizioni del ranking mondiale.

Gli manca ancora qualcosina sul piano fisico, come si è visto in alcuni tratti del match, in cui è calato leggermente. Ma in questo quarto di finale ha sfoderato colpi superbi e ha dimostrato di essere in grado di poter dire la sua contro chiunque. Dall’altra parte c’è stato però un Thiem in uno stato di forma grandissima, fisico e mentale, che viene da un momento decisamente positivo e che grazie soprattutto a un servizio impeccabile non ha lasciato spazi decisivi allo scozzese.

Thiem si è imposto così per 6-2 7-6(3) dopo un’ora e 55 minuti di gioco e ora sfiderà in semifinale Karen Khachanov, uscito vittorioso dalla sfida con Fabio Fognini.

Il match è stato decisamente avvincente e molto combattuto, nonostante si sia svolto in soli due set. Il primo parziale è durato ben 50 minuti, con i primi 5 game molto lottati (nonostante il 6-2 finale direbbe il contrario), con l’austriaco che alla fine ha dovuto giocare 5 set point prima di chiudere il parziale.

Nel secondo set Thiem non riesce a staccarsi molto dal suo avversario e sul 5-4 – servizio a disposizione per chiudere il match – riesce a commettere addirittura 3 doppi falli. Cede sul colpo che fino a quel momento aveva fatto la differenza, il servizio. Un’occasione che Murray non si lascia sfuggire riaprendo così la partita. Si arriva dunque al tie break, giocato meglio dall’austriaco (7-3), in cui Murray paga soprattutto la stanchezza.

L’ex numero uno al mondo se l’è giocata comunque ad armi pari, perdendo il secondo set solo al tiebreak. Ed è l’ennesimo segnale positivo per lo scozzese (soprattutto dal punto di vista fisico) il quale ora sembra aver ritrovato il giusto approccio e ritmo dopo la seconda operazione all’anca che lo aveva tenuto lontano dai campi per un lungo periodo.

La sua è una bella storia e un esempio sportivo degno di nota, perché di fatto racconta quanto sia decisiva la volontà e la determinazione se ci si vuole rimettere in gioco dopo una serie di difficoltà. Lui ha deciso di riprovarci, dopo l’applicazione di una placca metallica nell’anca, prima in doppio (ha iniziato lo scorso 23 giugno nel Queen’s insieme a Lopez) e dopo a Wimbledon, anche in singolare, fino a raggiungere la prima vittoria ottenuta in un torneo Atp a Zhuhai, dopo 9 mesi, dove ha sconfitto in tre set Sandgren.

“È bello finire un match lungo e non avere dolore all’anca o problemi a dormire. Non è una cosa che mi preoccupa ormai”, aveva detto al termine di quella partita.

Ora vedremo dove arriverà, anche perché è sempre un piacere vederlo giocare.

Stefano Minnucci

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