Rafael Nadal si prepara a giocare la sua ventisettesima finale Slam, partendo da favorito. Se vincesse a New York contro Daniil Medvedev, sarebbe il suo quarto trionfo agli Us Open, il diciannovesimo di una carriera incredibile.
E’ per questo che fa specie parlare di “fine dei Big Three” proprio in questo momento, in un anno in cui lo stesso Nadal, Roger Federer e, soprattutto, Novak Djokovic hanno ancora, letteralmente, dominato il circuito. Certo, una vittoria di Daniil Medvedev (classe 1996) contro Rafa avrebbe un significato davvero particolare e potrebbe segnare un primo, formale, passaggio di consegne.
Al di là di quello che sarà il risultato della finale di Flushing Meadows, però, secondo Nadal – che in semifinale ha eliminato il nostro Matteo Berrettini – la strada è tracciata. La fine del dominino dei Big Three arriverà molto presto, e non c’è nulla di strano e di sbagliato in questo: “Non abbiamo bisogno di mantenere il dominio ancora per molto tempo. Io ho 33 anni, Novak 32, Roger 38, lo stesso Andy (Murray), qualora tornasse ai livelli pre-infortunio, ha comunque 32 anni. L’orologio non si ferma, non si può fermare, fa part del ciclo della vita“.
Dominic Thiem, Daniil Medvedev, Alexander Zverev, Stefanos Tsitsipas, Karen Khachanov, Denis Shapovalov, Felix Auger-Aliassime, Matteo Berrettini: gli astri nascenti del tennis mondiale si stanno preparando a prendere l’eredità dei più grandi di sempre, dopo che i “cannibali” hanno letteralmente fatto fuori la generazione di mezzo (quella dei Dimitrov, dei Raonic, dei Cilic, per intenderci).
Certo, una cosa bisogna dirla: pensare che qualcun altro possa fare quello che hanno fatto, nella stessa epoca, Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic è fantascienza. Ma mai dire mai…
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