Che Daniil Medvedev fosse un prospetto da tenere d’occhio, lo si dice da anni. Per il suo futuro, però, vale il ragionamento che si fa per quasi tutti i cosiddetti Next Gen: sarà un giocatore di alto livello (alla Nishikori o alla Berdych, per intenderci), capace di entrare stabilmente in top-10, ma non dotato dello spunto decisivo per battersi con i migliori? Oppure stiamo parlando di un potenziale numero 1?
Nonostante non abbia avuto, negli ultimi tempi, lo stesso seguito mediatico di gente come Alexander Zverev, Stefanos Tsitsipas o gli stessi canadesi Shapovalov e Auger-Aliassime (solo, rispettivamente, di uno, due, tre e quattro anni più giovani di lui), il classe 1996 nativo di Mosca sta dimostrando che in quel gruppetto ci può stare eccome. E la vittoria al Masters 1000 di Cincinnati – dove, non ce ne voglia David Goffin, l’impresa è stata l’eliminazione del numero uno Novak Djokovic in semifinale – è solo l’ultima, fondamentale, prova di forza.
Esploso tennisticamente nel 2018 (con i primi titoli Atp di Sidney, Winston-Salem e Tokyo), il 2019, finora, è stato l’anno della definitiva consacrazione. Nessuno, quest’anno, ha vinto come lui, 44 partite in stagione. Nelle ultime 52 settimane ha giocato 90 match, vincendone 68. Al suo quinto titolo Atp in carriera, è diventato anche il quinto russo a vincere un torneo Masters 1000 dopo Chesnokov, Safin, Davydenko e Khachanov.
Numeri che fanno capire come la carriera di Daniil sia indirizzata verso un ruolo da assoluto protagonista del circuito. Giocatore moderno, che si esprime al meglio sui veloci campi americani in cemento, è dotato di un servizio devastante e l’attitudine è quella di chiudere il punto il prima possibile, essendo un tennista votato all’attacco. Per questo, spesso, le sue partite vengono risolte in tempi strettissimi (di qui il soprannome di “FrecciaRussa”).
A Cincinnati, però, ha fatto vedere anche il suo lato di lottatore, ribaltando il match contro Nole con autorevolezza, caparbietà e mettendo in mostra un repertorio di colpi assolutamente completo. La vittoria del Western & Southern Open gli vale, per la prima volta, l’ingresso in top-5, alla posizione numero 5 del ranking Atp. Lo stesso Djokovic ne ha parlato come uno dei “tennisti migliori al mondo”.
Inutile dire che ora Daniil è chiamato al definitivo salto di qualità, che, come abbiamo già avuto modo di dire tante volte, nel tennis equivale alla vittoria di un torneo del Grande Slam. Che gli Us Open che stanno per iniziare possano già essere l’occasione giusta?
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