Due match-point, due maledetti Championships-point giocati male. Ecco la distanza che separa Roger Federer e il suo titolo numero nove a Wimbledon (Slam numero 21 in carriera) e che invece consegna a Novak Djokovic la quinta vittoria sull’erba di Londra (come Borg) e il sedicesimo titolo Major.
Una partita epica, stupenda, giocata a livelli altissimi. La finale più lunga della ultracentenaria storia di Wimbledon tra due dei migliori tennisti di tutti i tempi. Il quasi 38enne Roger ha avuto la sua grande occasione, ma l’ha sprecata, sostanzialmente non giocando i due match point sull’8-7 nel quinto set.
Quello che parla già in campo e poi in conferenza stampa è un Federer consapevole di essere stato il co-protagonista di una delle pagine più indimenticabili della storia di questo sport, che forse, ai punti, meritava anche di vincere contro un rivale sulla carta favorito e sei anni più giovane di lui.
“E’ stata una grande partita, ma devo dimenticarla in fretta. Non so se faccia più male perdere così o con un triplo 6-2. Ho avuto le mie chance ma le ho sprecate, da non crederci. Ora devo cercare di mantenere tutte le sensazioni positive che mi hanno regalato questa partita e questo torneo e dimenticare la grande occasione sprecata”.
Non sarà semplice, ma il Roger visto a Wimbledon in queste due settimane ha ancora tutte le carte in regola per dire la sua a New York e negli Slam a venire.
I commenti sono chiusi.