E’ uno di quei giocatori che non fa parlare molto di sé, né in campo né fuori dal campo. Eppure Guido Pella da Bahia Blanca si sta affermando come uno dei migliori tennisti del 2019. Il 28enne argentino, numero 26 del ranking mondiale, ha mostrato in questi primi sei mesi dell’anno un tennis sostanziale ma efficace, regolare e coraggioso al tempo stesso, e sta finalmente trovando, per la prima volta nella sua carriera, la continuità che gli è sempre mancata, sia dal punto di vista delle prestazioni, sia nei risultati.
A dispetto della sua storia e delle sue caratteristiche, Pella ha dimostrato sicurezza non solo sulla terra battuta, ma anche sul cemento e sull’erba di Wimbledon. La sua flessibilità tattica, combinata alla buona forma atletica, ne fanno uno dei giocatori più rognosi da affrontare che ci siano in circolazione in questo momento. Se manterrà questa costanza, la sua crescita potrà essere ancora più significativa su tutte le superfici.
Certo, gli exploit momentanei non sono rari nel tennis e anche il buon Pella non ne è immune. Dopo un inizio di stagione ad altissimo livello, la sua stagione sulla terra battuta è stata abbastanza deludente, se escludiamo i quarti di finale raggiunti a Monte Carlo e Barcellona.
Il suo 2019 è partito a Doha, dove è stato eliminato da Marco Cecchinato al secondo turno. Ad Auckland e all’Australian Open non è andato oltre il primo turno, ma a Cordoba e Buenos Aires ha raggiunto (e perso) rispettivamente la finale contro il connazionale Londero e la semi sempre contro Cecchinato. In Brasile, a San Paolo, il suo primo titolo in carriera, conquistato contro il cileno Christian Garin (che poco prima aveva vinto a Monaco di Baviera, sconfiggendo in finale il nostro Berrettini).
Nei Masters 1000 della Sunshine Double (Indian Wells e Miami) ha raggiunto il terzo turno in California e il secondo turno in Florida, mentre a Monte Carlo è arrivato ai quarti di finale perdendo contro Rafa Nadal e a Barcellona, sempre ai quarti di finale, contro Thiem. Poi le prestazioni deludenti nel trittico rosso di Madrid, Roma e Parigi.
Ma nel momento che sembrava meno adatto a lui, è esploso di nuovo. A Wimbledon ha vinto, oltre che con il nostro Andreas Seppi, anche contro due pezzi da novanta come il sudafricano Kevin Anderson (sverniciato in tre set) e il canadese Milos Raonic (3-2, dopo essere stato sotto 2-0). Il suo futuro, nonostante non sia più giovanissimo, è ancora tutto da scrivere.
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