Contrordine, Serena Williams non è finita. E’ viva e vegeta e, a dispetto di qualche arguto osservatore che la considerava ormai un’ex tennista, raggiunge la semifinale a Wimbledon e comincia ad accarezzare il sogno di un clamoroso ritorno al vertice dopo due anni a dire poco tribolati.
A 38 anni da compiere a settembre, la tennista americana ha battuto ai quarti di finale la connazionale Alison Riske, numero 55 del mondo, con il punteggio di 6-4, 4-6, 6-3 in due ore e tre minuti di gioco. In semifinale affronterà Barbora Strycova, che precede la Riske di una sola posizione nel ranking Wta.
Per Serena Williams la prospettiva è quella di arrivare a giocarsi in finale (contro una tra Simona Halep ed Elina Svitolina) il suo ottavo trionfo a Wimbledon, nonché la sua ventiquattresima conquista di un torneo del Grande Slam, cosa che le consentirebbe di eguagliare il record, inseguito da tutta una carriera, dell’australiana Margaret Smith Court.
Dopo la maternità del 2017 e la finale persa nel 2018 contro Angelique Kerber, Serena ha partecipato agli Australian Open di quest’anno, fermandosi ai quarti contro Karolina Pliskova. Il risultato le vale però l’undicesima posizione nel ranking. Poi la bloccano una serie di problemi fisici: a Indian Wells è massa ko da un’influenza, a Miami da un problema al ginocchio, che si riacutizza a Roma prima del derby contro la sorella Venus. Salta il Roland Garros per concentrarsi su Wimbledon, dove proverà a scrivere un’altra pagina storica di una carriera eccezionale.
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