Rafael Nadal ha vinto il Roland Garros 2019, facendo crescere ancora la sua epopea sulla terra parigina, portando a 12 le volte in cui, dal 2005 ad oggi, ha sollevato la Coppa dei Moschettieri. Un record per cui non servono parole di elogio, solo applausi, anche perché è difficile, se non impossibile, che vi sarà un altro tennista capace di tutto questo. Se andate a ripescare una vecchissima intervista di un giovanissimo Rafa, che dice di preferire le superfici veloci, come erba e cemento, alla terra rossa, non ci crederete. Il binomio Nadal-Roland Garros resterà per sempre scritto nella storia del tennis.
Nella finale di oggi Dominic Thiem ha lottato, ci ha provato, è rimasto attaccato alla partita con le unghie e con i denti, è riuscito anche a rubare un set all’avversario (il secondo) ma alla fine ha dovuto cedere, come lo scorso anno, allo strapotere del Dio della terra. Con la vittoria contro Djokovic (il cui andamento ha sicuramente pesato anche sul match di oggi) ha confermato di essere ormai il numero due sulla terra. Ma per lo scettro di Rafa dovrà ripassare il prossimo anno.
L’inizio del primo set, a dire il vero, aveva fatto credere che il momento del passaggio di consegne potesse finalmente arrivare oggi. L’austriaco parte bene e breakka subito l’avversario. Sul 3-2 e servizio per Thiem, la partita però cambia radicalmente, Nadal prende il controllo del gioco, e domina ciò che resta del primo set, vincendo 6-3. Nel secondo set, Thiem cambia atteggiamento, conscio del fatto che se si limita a correre dietro le pallate dello spagnolo, non durerà a lungo. La tattica più aggressiva paga e vince il secondo set 7-5.
Lo sforzo per portare a casa il secondo set, per il classe 1993, è snervante e devastante. Nel terzo set, Nadal sale ancora in cattedra, dominando l’avversario dal punto di vista prima tattico e poi tecnico. E non sbaglia più niente. E’ 6-1 in mezzora. La sensazione è che Thiem non ne abbia più. Si va al quarto set e, nonostante questo, l’austriaco si procura ancora due palle break, vanificate dalla freddezza di Nadal. Che, al contrario, concretizza le occasioni che si propongono. E ‘ ancora 6-1, Rafa è campione. Parigi è ai suoi piedi, per la dodicesima volta.
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