Otto anni fa, al toreo Atp di Vienna, Thomas Muster, l’ultimo Re “umano” della terra rossa prima dell’avvento della divinità Rafa Nadal, giocava a Vienna la sua ultima partita a livello professionistico. Gli organizzatori del torneo di casa gli avevano concesso una wild card in occasione dei suoi 40 anni. Contro di lui, al primo turno, c’era un ragazzino di cui si parlava un gran bene: 18 anni, anch’egli austriaco, le stimmate del predestinato. Il ragazzino, che si chiamava Dominic Thiem, lo sverniciò 6-2, 6-3. Fu in quel giorno che l’Austria capì di avere in casa un nuovo campione, l’erede del King of Clay che aveva atteso peer un decennio.
Dominic Thiem nasce il 3 settembre 1993 a Wiener Neustadt, tranquillo sobborgo immerso nel verde a una ventina di chilometri da Vienna. Figlio di due istruttori, praticamente cresce con la racchetta in mano. A 12 anni fu portato alla Tennis Academy di Vienna, dove conobbe un personaggio fondamentale per il decollo della sua futura carriera: Gunter Bresnik, il primo a cogliere l’enorme potenziale del ragazzo e a trasformare il suo rovescio da bimane a una mano, ancora oggi forse il suo colpo migliore.
Dopo un’ottimo impatto a livello giovanile, Bresnik si rese conto che a Thiem mancava qualcosa dal punto di vista fisico. Per questo decise di affidarlo alle cure dell’istrionico Sepp Resnik, personaggio atipico, ma decisivo per fare diventare Thiem Dominator. Ex atleta, cultore dei luoghi di allenamento all’aria aperta in sostituzione delle palestre, è una via di mezzo tra il colonnello Lobanowski (l’ex allenatore di Andriy Shevchenko ai tempi della Dinamo Kiev) e Zdenek Zeman: corse infinite nei boschi, nuoto nei corsi d’acqua, addominali massacranti.Ma se oggi Thiem è, oltre che un tennista di primo livello, un atleta mostruoso, lo deve soprattutto a lui.
Come già ampiamente anticipato, il punto forte di Thiem è il rovescio a una mano, che è in grado di giocare in varie situazioni di gioco, sempre con notevole potenza e precisione. Negli anni ha sviluppato anche un ottimo dritto, che, insieme alla grande mobilità, alla tenuta mentale e alle buone soluzioni in fase di costruzione, ne fanno oggi come oggi il primo e principale candidato a raccogliere l’eredità dei Big Three.
Divenuto professionista nel 2013, Thiem raggiunge nel 2014 la sua prima finale Atp a Kitzbuhel (dove viene sconfitto da Goffin) e vince il suo primo torneo nel 2015 a Nizza. Sempre nello stesso anno trionfa anche a Umago e Gstaad. Il 2016 è l’anno della definitiva consacrazione, con quattro titoli Atp (su terra, cemento ed erba) messi in cantiere e la prima semifinale Slam, al Roland Garros, dove viene sconfitto da Novak Djokovic. L’ascesa procede anche nel 2017, dove arriva la seconda semi a Parigi e il best ranking in quarta posizione mondiale. Nel 2018 e 2019 migliora ancora le sue prestazioni al Roland Garros, raggiungendo per due anni di fila la finale.
Nel 2019 arriva la prima vittoria in un Masters 1000, a India Wells, con il trionfo in finale contro Roger Federer.
Sempre nel 2019 annuncia la separazione dallo storico tecnico Bresnik per affidarsi Nicolas Massù.
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