Non è mai semplice stilare un bilancio di un torneo così prestigioso e intenso come quello di Roma. Di spunti ce ne sono parecchi, sia dal punto di vista delle scelte organizzative, condizionate dal meteo, sia sul piano del gioco, dove abbiamo assistito con grandissimo piacere a vere e proprie battaglie (su tutte la semifinale di Djokovic contro Del Potro).
Partiamo però da una certezza: il tennis con la t maiuscola ha “inondato” di gioco i campi del Foro Italico, eccome se l’ha fatto. Ma è anche vero che, purtroppo, quegli stessi campi sono stati inondati dalla pioggia, la quale ha generato non pochi problemi (e quindi polemiche) con l’organizzazione, soprattutto nel momento in cui tutte le partite di un’intera giornata sono state annullate (mercoledì 15). Abbiamo letto tutti le forti dichiarazioni fatte da top ten nei confronti di alcune scelte organizzative (vedi Thiem). Ne parleremo più avanti.
Poi abbiamo osservato anche un sano fiume di persone scorrere nel lungo viale che attraversa tutti i campi di gioco: un’affluenza da record che ha contribuito a creare uno splendido scenario nel bel mezzo di tanto verde. E grazie al quale il nostro magnifico sport ne esce più vivo e rafforzato, qualora ce ne fosse ancora bisogno (di quello ce n’è sempre!).
Mentre il campo deliziava invece i presenti con svariate emozioni, come le lacrime di gioia del team di Matteo Berrettini dopo il successo contro Zverev, piuttosto che quelle di dolore sul volto di Del Potro dopo l’uscita di scena contro un indomabile Djokovic, al termine di una meravigliosa battaglia.
E che dire degli azzurri. Purtroppo ci si aspettava qualcosa di più, ma l’asticella della speranza per il futuro è stata comunque alzata. Soprattutto grazie al passaggio del primo turno del giovanissimo altotesino Sinner, avvenuto tramite una clamorosa rimonta. Quel ragazzino dai capelli rossi e dal fisico ancora così acerbo, che a vederlo giocare dal vivo sembra essere più vicino ai quindici che i diciotto anni. Ma che in ogni caso rimane il miglior 17enne italiano di sempre.
Come dicevamo, ci sono stati aspetti che non hanno reso molta giustizia alla fama che possiede il torneo. Vediamone insieme alcuni, punto per punto, per poi passare a quelli più belli.
Fognini sbrocca contro Palmieri
Il numero 1 italiano ha perso la pazienza (e anche l’ottavo di finale contro Tsitsipas) e se l’è presa con il direttore del torneo Sergio Palmieri, salvo poi fare un dietrofront. “Purtroppo il direttore del torneo è questo e dobbiamo tenercelo”, aveva detto a caldo il tennista italiano, aggiungendo, furioso, che “certa gente dovrebbe levarsi dai c…ni. E’ un mio pensiero e lo avevo detto già l’anno scorso”.
Il motivo dello sbrocco? Il ligure non l’ha detto esplicitamente, ma si riferiva alla decisione del direttore di far giocare due turni in poche ore. E forse anche alla scelta di farlo giocare al Pietrangeli, visto che durante la partita il Fogna si è lamentato diverse volte per le condizioni del campo. Il giorno dopo comunque arriva la retromarcia su Instagram, probabilmente consigliato da chi, intorno a lui, non vuole farlo apparire come scontroso e polemico (cosa che peraltro Fabio non è fuori dal campo): “Caro Sergio, ti chiedo scusa. Ci vediamo l’anno prossimo”.
Le lamentele dei giocatori per alcune scelte organizzative
Ma il Fogna non è stato l’unico tennista a lanciare polemiche. Il tutto nasce dalla pioggia del mercoledì che ha bloccato i campi per l’intera. Che si fa? Si rimandano tutti gli incontri al giorno dopo, generando doppie partite per i giocatori che avessero raggiunto il turno successivo. Ma soprattutto, la scelta viene fatta molto tardi dai due super advisor Atp e i giocatori vengono mandati via nel tardo pomeriggio. Da qui la prima sfuriata di Dominic Thiem: “Non mi è piaciuto il trattamento riservato ai giocatori, quel che è accaduto (mercoledì, ndr) è inaccettabile”.
Il problema, a giudizio dell’austriaco, è stato piuttosto mandarli via troppo tardi (oltretutto in concomitanza la finale di Coppa Italia) evitando loro di preparare al meglio la giornata successiva. “Tutti sapevano da chissà quanto tempo che ci sarebbe stata una partita di calcio – aveva spiegato l’austriaco – per arrivare al mio hotel ho impiegato un’ora e mezza”.
Il caso delle linee scivolose
Un altro spunto non positivo ha riguardato le condizioni dei campi. In particolare delle righe bianche. In più giocatori hanno lamentato di scivolare sui divisori che delimitano i campi. Il terreno veniva a volte bagnato e le righe diventavano molto scivolose. È successo a più di un top ten, a Djokovic e Del Potro, ad esempio, ma anche a Roger Federer, che durante il suo splendido ottavo di finale contro Coric ha discusso proprio di questo con l’arbitro Carlos Bernardes.
Ma anche quando il campo non veniva bagnato si scivolava comunque, a causa dell’umidità presente. Come risolvere allora? Forse cambiando il materiale con cui sono fatte. Magari si può abbandonare la plastica (che con l’umido rende tutto scivoloso) e farle di gesso, ziglinate, come al Roland Garros, dove queste cose non accadono.
La fiaba di DelPo
Una partita quella con Djokovic che ha restituito Juan Del Potro al tennis. È stato decisamente un piacere rivedere giocare il martello di Tandil a livelli così alti. Il gigante buono del circuito (mai una polemica) ora è nuovamente pronto per scalfire il solido (e solito) Big Three. Leggi anche “Perché siamo tutti così innamorati di Juan Martin Del Potro”
L’ottavo (concerto) di Federer
Un’altra partita che ha decisamente entusiasmato tutti è stato l’ottavo di finale tra King Roger Federer (38anni e due partite nella stessa giornata) e Borna Coric (nextgen pronto a spiccare il salto). Lo svizzero, come un una fiaba, ha rimontato il croato al tie-break decisivo, dopo essere stato due volte a un passo dal baratro annullando due match point consecutivi. Spettacolo puro.
La speranza per SInner
La partecipazione record
“Con oggi dovremmo arrivare a 225 mila presenze paganti, record assoluto del torneo”, ha detto Binaghi. “Soprattutto – ha aggiunto – rispetto allo scorso anno abbiamo 1 milione e 600 mila euro in più di incasso, che fa salire il dato record ad un livello stratosferico di oltre 13,2 milioni di euro”.
Numeri che fanno guardare con molto ottimismo al futuro italiano di questo magnifico sport.
Quell’estroso di Kyrgios
Genio o spaccone? A voli l’ardua sentenza.
La stretta di mano tra Djokovic e Del Potro.
Non sono mancati nemmeno momenti di alta sportività, come tra Djokovic e Del Potro, che nel bel mezzo della tesissima e meravigliosa battaglia disputata per raggiungere le semifinali sono riusciti a darsi un cinque ad altezza rete dopo un punto spettacolare. Una colpo strambo ma efficace di Del Potro ha portato infatti il serbo ad applaudire il suo avversario e a dargli la mano (cosa raramente vista durante un match). Un episodio che la dice lunga sulla sana sportività che c’è fra i due (e che questo sport riesce a tirare fuori). L’abbraccio finale poi è stupendo. “I’m so happy you come back”, dice il serbo all’amico dall’altra parte della rete.
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