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Pioggia, polemiche, record e spettacolo: il bilancio finale degli Internazionali 2019

Non è mai semplice stilare un bilancio di un torneo così prestigioso e intenso come quello di Roma. Di spunti ce ne sono parecchi, sia dal punto di vista delle scelte organizzative, condizionate dal meteo, sia sul piano del gioco, dove abbiamo assistito con grandissimo piacere a vere e proprie battaglie (su tutte la semifinale di Djokovic contro Del Potro).

Partiamo però da una certezza: il tennis con la t maiuscola ha “inondato” di gioco i campi del Foro Italico, eccome se l’ha fatto. Ma è anche vero che, purtroppo, quegli stessi campi sono stati inondati dalla pioggia, la quale ha generato non pochi problemi (e quindi polemiche) con l’organizzazione, soprattutto nel momento in cui tutte le partite di un’intera giornata sono state annullate (mercoledì 15). Abbiamo letto tutti le forti dichiarazioni fatte da top ten nei confronti di alcune scelte organizzative (vedi Thiem). Ne parleremo più avanti.

Poi abbiamo osservato anche un sano fiume di persone scorrere nel lungo viale che attraversa tutti i campi di gioco: un’affluenza da record che ha contribuito a creare uno splendido scenario nel bel mezzo di tanto verde. E grazie al quale il nostro magnifico sport ne esce più vivo e rafforzato, qualora ce ne fosse ancora bisogno (di quello ce n’è sempre!).

Mentre il campo deliziava invece i presenti con svariate emozioni, come le lacrime di gioia del team di Matteo Berrettini dopo il successo contro Zverev, piuttosto che quelle di dolore sul volto di Del Potro dopo l’uscita di scena contro un indomabile Djokovic, al termine di una meravigliosa battaglia.

E che dire degli azzurri. Purtroppo ci si aspettava qualcosa di più, ma l’asticella della speranza per il futuro è stata comunque alzata. Soprattutto grazie al passaggio del primo turno del giovanissimo altotesino Sinner, avvenuto tramite una clamorosa rimonta. Quel ragazzino dai capelli rossi e dal fisico ancora così acerbo, che a vederlo giocare dal vivo sembra essere più vicino ai quindici che i diciotto anni. Ma che in ogni caso rimane il miglior 17enne italiano di sempre.

La lista delle cose meno belle

Come dicevamo, ci sono stati aspetti che non hanno reso molta giustizia alla fama che possiede il torneo. Vediamone insieme alcuni, punto per punto, per poi passare a quelli più belli.

Fognini sbrocca contro Palmieri

Il numero 1 italiano ha perso la pazienza (e anche l’ottavo di finale contro Tsitsipas) e se l’è presa con il direttore del torneo Sergio Palmieri, salvo poi fare un dietrofront. “Purtroppo il direttore del torneo è questo e dobbiamo tenercelo”, aveva detto a caldo il tennista italiano, aggiungendo, furioso, che “certa gente dovrebbe levarsi dai c…ni. E’ un mio pensiero e lo avevo detto già l’anno scorso”.

Il motivo dello sbrocco? Il ligure non l’ha detto esplicitamente, ma si riferiva alla decisione del direttore di far giocare due turni in poche ore. E forse anche alla scelta di farlo giocare al Pietrangeli, visto che durante la partita il Fogna si è lamentato diverse volte per le condizioni del campo. Il giorno dopo comunque arriva la retromarcia su Instagram, probabilmente consigliato da chi, intorno a lui, non vuole farlo apparire come scontroso e polemico (cosa che peraltro Fabio non è fuori dal campo): “Caro Sergio, ti chiedo scusa. Ci vediamo l’anno prossimo”.

Le lamentele dei giocatori per alcune scelte organizzative

Ma il Fogna non è stato l’unico tennista a lanciare polemiche. Il tutto nasce dalla pioggia del mercoledì che ha bloccato i campi per l’intera. Che si fa? Si rimandano tutti gli incontri al giorno dopo, generando doppie partite per i giocatori che avessero raggiunto il turno successivo. Ma soprattutto, la scelta viene fatta molto tardi dai due super advisor Atp e i giocatori vengono mandati via nel tardo pomeriggio. Da qui la prima sfuriata di Dominic Thiem: “Non mi è piaciuto il trattamento riservato ai giocatori, quel che è accaduto (mercoledì, ndr) è inaccettabile”.

Ma il problema non sono state le due partite giocate nello stesso giorno, come aveva spiegato il numero 4 del mondo. Anche perché non c’erano alternative visto che i grandi giocatori che venivano da Madrid avevano chiesto tutti di iniziare a giocare dal mercoledì (da qui l’impossibilità di evitare le doppie partite pur di arrivare a disputare la finale di domenica). E quindi Thiem avrebbe anche accettato la doppia partita.

Il problema, a giudizio dell’austriaco, è stato piuttosto mandarli via troppo tardi (oltretutto in concomitanza la finale di Coppa Italia) evitando loro di preparare al meglio la giornata successiva. “Tutti sapevano da chissà quanto tempo che ci sarebbe stata una partita di calcio – aveva spiegato l’austriaco – per arrivare al mio hotel ho impiegato un’ora e mezza”.

Il caso delle linee scivolose

Un altro spunto non positivo ha riguardato le condizioni dei campi. In particolare delle righe bianche. In più giocatori hanno lamentato di scivolare sui divisori che delimitano i campi. Il terreno veniva a volte bagnato e le righe diventavano molto scivolose. È successo a più di un top ten, a Djokovic e Del Potro, ad esempio, ma anche a Roger Federer, che durante il suo splendido ottavo di finale contro Coric ha discusso proprio di questo con l’arbitro Carlos Bernardes.

“Non capisco come i giocatori sopportino la situazione – si è sfogato dopo la partita – gli arbitri fanno bagnare il campo, chiamano il tempo e i giocatori controllano le linee. Ma erano bagnate e si poteva scivolare. Infatti per due game ho avuto dolore a un piede e alla gamba. Prima l’arbitro ha chiamato il campo e poi si è accorto che era scivoloso, facendoci restare in piedi ad aspettare di fronte a 10.000 persone in diretta internazionale. Con le linee bagnate non si gioca”. E chissà se questo ha influito nella decisione del giorno dopo dello svizzero di ritirarsi.

Ma anche quando il campo non veniva bagnato si scivolava comunque, a causa dell’umidità presente. Come risolvere allora? Forse cambiando il materiale con cui sono fatte. Magari si può abbandonare la plastica (che con l’umido rende tutto scivoloso) e farle di gesso, ziglinate, come al Roland Garros, dove queste cose non accadono.

La prima cosa bella: Il bel tennis giocato

A parte qualche piccolo imprevisto (che tutto sommato può coinvolgere qualsiasi torneo) si è visto comunque un gran tennis, con colpi emozionanti da aggiungere negli archivi dei migliori highlights. Ha entusiasmato molto la lotta epica tra Djokovic e Del Potro, una delle partite più belle ed emozionanti del torneo e dell’intera stagione.

La fiaba di DelPo

Una partita quella con Djokovic che ha restituito Juan Del Potro al tennis. È stato decisamente un piacere rivedere giocare il martello di Tandil a livelli così alti. Il gigante buono del circuito (mai una polemica) ora è nuovamente pronto per scalfire il solido (e solito) Big Three. Leggi anche “Perché siamo tutti così innamorati di Juan Martin Del Potro”

L’ottavo (concerto) di Federer

Un’altra partita che ha decisamente entusiasmato tutti è stato l’ottavo di finale tra King Roger Federer (38anni e due partite nella stessa giornata) e Borna Coric (nextgen pronto a spiccare il salto). Lo svizzero, come un una fiaba, ha rimontato il croato al tie-break decisivo, dopo essere stato due volte a un passo dal baratro annullando due match point consecutivi. Spettacolo puro.

La speranza per SInner

E a proposito di fiabe non possiamo non parlare del nostro giovane portabandiera, Jannik Sinner, il miglior 17enne italiano di sempre, che ha vissuto una splendida settimana a Roma. Ha raggiunto il secondo turno degli Internazionali e stabilito un record: è l’azzurro più precoce di sempre a vincere una partita in un Masters 1000. Un risultato che conferma gli ottimi riscontri ottenuti finora e che crea davvero aspettative importanti per il tennis italiano.

La partecipazione record

Avevamo già accennato la buonissima partecipazione. Ma quali sono i numeri? Più di 20 mila presenze paganti in più rispetto al 2018. Si tratta di un record con 223.455 spettatori paganti (superati i 203.762 del 2018) e un incasso di 13 milioni 201.050 euro. I dati sono stati diramati dal presidente della Federazione italiana Tennis Angelo Binaghi nella consueta conferenza stampa di chiusura degli Internazionali.

“Con oggi dovremmo arrivare a 225 mila presenze paganti, record assoluto del torneo”, ha detto Binaghi. “Soprattutto – ha aggiunto – rispetto allo scorso anno abbiamo 1 milione e 600 mila euro in più di incasso, che fa salire il dato record ad un livello stratosferico di oltre 13,2 milioni di euro”.

Numeri che fanno guardare con molto ottimismo al futuro italiano di questo magnifico sport.

Quell’estroso di Kyrgios

Non poteva certo mancare il talento e la voglia di dare spettacolo dell’australiano Nick Kyrgios. Ha divertito il pubblico con il servizio da sotto, diventato ormai una specialità della casa. E poi altri gesti tecnici estremi. Ma nel secondo turno, contro il norvegese Casper Ruud, si scatena e riesce addirittura a scaraventare una sedia in mezzo al campo in segno di protesta contro una decisione arbitrale (guarda il video qui).
Genio o spaccone? A voli l’ardua sentenza.

La stretta di mano tra Djokovic e Del Potro.

Non sono mancati nemmeno momenti di alta sportività, come tra Djokovic e Del Potro, che nel bel mezzo della tesissima e meravigliosa battaglia disputata per raggiungere le semifinali sono riusciti a darsi un cinque ad altezza rete dopo un punto spettacolare. Una colpo strambo ma efficace di Del Potro ha portato infatti il serbo ad applaudire il suo avversario e a dargli la mano (cosa raramente vista durante un match). Un episodio che la dice lunga sulla sana sportività che c’è fra i due (e che questo sport riesce a tirare fuori). L’abbraccio finale poi è stupendo. “I’m so happy you come back”, dice il serbo all’amico dall’altra parte della rete.

Fuori concorso: le frecce tricolore

Una curiosità per chi non ha potuto essere presente nella giornata di giovedì: per la prima volta nella storia degli Internazionali d’Italia, per l’occasione, le Frecce Tricolori dell’Aeronautica Militare hanno steso il Tricolore più lungo del mondo sorvolando i campi del Foro Italico.

Stefano Minnucci

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