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La nona sinfonia di Nadal a Roma

Rafael Nadal conquista il suo nono successo a Roma, quattordici anni dopo la prima volta, la settantaseiesima edizione degli Internazionali d’Italia, il suo ottantunesimo titolo in carriera. E lancia un messaggio al mondo del tennis: il Re della terra è tornato e a Parigi, chiunque volesse pensare di impossessarsi del suo scettro, dovrà fare i conti con lui. Nel piovoso pomeriggio romano, ha la meglio di un Djokovic non al meglio, probabilmente provato dalle due battaglie “argentine” dei giorni precedenti.

Primo set dominato in lungo e in largo, che probabilmente non merita neppure di essere commentato. Il risultato, 6-0, parla da solo.

Ma chi avesse pensato ad un epilogo semplice e veloce del match, si è forse dimenticato che dall’altra parte della rete c’era Novak Djokovic, numero uno del mondo e leggenda assoluta (come Nadal del resto) di questo sport. Un curriculum che entra in gioco nel secondo set, in cui, nonostante le difficoltà, riesce incredibilmente a portare a casa un 6-4 che rimette tutto in gioco. Un set in cui pesano le quattro, pesantissime, palle break non sfruttate da Nadal.

Ma nella terza partita Rafa torna dominatore e chiude il match con autorità.

Primo set: Rafa strabordante, Nole boccheggia

Si comincia con un primo game combattutissimo, alla fine del quale la spunta Rafa che parte subito con un break. Lo spagnolo sembra più in palla, mentre il serbo dà l’impressione di pagare un po’ le fatiche dei giorni scorsi contro Del Potrro e Schwartzaman. Nole prova a variare il gioco, alzando le traiettorie, ma viene bucato inesorabilmente e arriva il secondo break. Siamo 3-0 Nadal in 17 minuti di gioco. Djokovic non riesce a trovare il ritmo e commette una serie di errori gratuiti non certo usuali per lui. Nel quinto gioco le palle break per lo spagnolo si sprecano e alla quinta occasione concretizza, con un passante di rovescio fulminante. Il numero due del mondo si trova a servire per mettere a referto un clamoroso 6-0, non sbaglia e in 38 minuti chiude il discorso.

Secondo set: più equilibrio e alla fine la spunta Djoko

Il secondo set si apre (per fortuna) in maniera diversa. La musica cambia e Nole è più in palla. Tiene il turno di servizio con autorità e si procura anche buone occasioni per breakkare l’avversario, che però vanifica regolarmente le possibilità del serbo. Lo spagnolo continua a prevalere negli scambi da fondo campo, riuscendo a trasformare le eccezionali performance difensive in chirurgici attacchi che non danno fiato a Djokovic. Si arriva così, senza break e con un sostanziale equilibrio, al 3-3. Il settimo gioco, come spesso succede, potrebbe essere decisivo, ma Nole, con cinque punti consecutivi, salva tre palle break e tiene il turno di servizio.

E paradossalmente diventa decisivo per il serbo, che entra a fatica nel match, salva un’altra palla break e riesce a strappare il decimo gioco all’avversario, concretizzando la seconda occasione di strappare il servizio all’avversario nel momento più importante. Finisce 6-4 per il numero uno del mondo. Un set che avrebbe potuto dare la vittoria a Nadal, riapre definitivamente il march.

Terzo set: Nadal riprende il match in mano e lo chiude

A questo punto è tutto di nuovo in discussione. E si ricomincia con una lotta furibonda al primo game, con il serbo al servizio, ma con lo spagnolo che, alla fine, riesce a rubare il turno di servizio all’avversario, che diventa una furia e rompe la racchetta. Djokovic ora insiste sul dropshot, che regolarmente sbaglia, ma riesce a rimanere in scia. Solo per poco, però, perché nel quinto set Rafa piazza il secondo break del set e si porta avanti 4-1. Il game successivo è probabilmente l’ultima speranza per il numero uno del mondo di rientrare in partita, ma si rivela inutile. Rafa chiude 6-1, con autorità e orgoglio.

Stefano Cagelli

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