Doveva essere una semifinale piuttosto abbordabile per Djokovic, ma così non è stato. L’intraprendenza di Schwartzman, che ha tirato fuori le sue ottime doti difensive e la sua rapidità, ha reso le cose molto difficili per il serbo. Con conseguenze tutte positive per lo spettacolo, che ha fatto da sfondo a una partita decisamente divertente e superiore alle aspettative.
Se il primo set ha visto dominare Djokovic, apparso sicuro e convinto, sempre con qualcosa in più e sempre avanti nel punteggio; nel secondo set le cose sono decisamente cambiate. Il numero uno al mondo ha perso lucidità ed è sembrato costretto a pagare la “tassa Del Potro”, ovvero le fatiche della grande battaglia vinta la sera precedente. Un secondo set in cui ha dovuto costantemente rincorrere l’argentino, non solo sul punteggio, ma anche sul piano tattico. Al punto da perdere poi il tie break, vinto più dai meriti dell’argentino che da demeriti di Nole. El Peque – che ha eliminato il nostro Berrettini negli ottavi di finale – ha regalato diverse perle degne dei migliori highlight e molto spesso ha fatto malissimo al suo avversario sfoggiando la palla corta, sempre ben eseguita.
Ma i veri campioni, si sa, vengono fuori nei momenti difficili e Djokovic era troppo smanioso di continuare a dimostrare di essere l’uomo da battere. Il suo cinismo – fondamentale in questo magnifico sport – lo ha portato così ad uscire dal pantano del terzo set e a chiudere con un netto 6-3. Gioco partita incontro.
Ora non resta che testare il suo stato di forma nella finale di domani che, per la grande gioia di tutti gli appassionati, sarà tra il numero uno e il numero due del mondo. Niente di più bello.
Le statistiche dell’incontro
Primo set
Fino al settimo gioco la partita è risultata abbastanza equilibrata, nessuna palla break. Poi sul 4 – 3 per Djokovic arriva il break di Nole che chiude lasciando il suo avversario a 3 game. 26 minuti e alla prima occasione utile Nole va a segno: una palla break trasformata in un set vinto.
Secondo set
Anche qui, nella prima parte tutto piatto. Fino al sesto game i due si sono scambiati soprattutto pallettate da fondo, senza particolari colpi per spezzare il gioco (nessuna smorzata o colpi particolari). Poi l’argentino, avanti 3-2, ha giocato un game fantastico e ottenuto un break in grado di creare una chance importante, che però è durata pochissimi secondi: arriva subito il contro-break di Djokovic. Tutto torna ad essere secondo copione? Nemmeno per sogno. Arriva la seconda opportunità dell’argentino che strappa ancora una volta il servizio a Nole e si concede il lusso di poter servire per pareggiare i conti con i set. Il Centrale, ormai caldissimo, si schiera palesemente con l’argentino. Vorrebbe vedere il terzo set. Ma andare avanti sprecando energie è l’unica cosa che vuole assolutamente evitare il serbo per affrontare al meglio un’eventuale finale con Nadal. L’ottavo è un game fondamentale della partita, forse il più bello, in cui entrambi si concedono colpi e recuperi da fuoriclasse, divertendosi e facendo divertire i presenti. E si prosegue così. Fino al tie break, che alla fine viene vinto dalla perseveranza e dalla concentrazione di Schwartzman.
Terzo set
Dalle prime battute appare ancora più pimpante l’argentino, anche se entrambi cominciano ad accusare la fatica. La prima situazione di difficoltà, però, è per l’argentino, che in svantaggio di un game sul 3-2 subisce un break. E sul 4-2 Nole non perdona. 6-3 6-7 6-3 in una splendida e (inaspettatamente) combattuta semifinale.
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