Roger Federer accede agli ottavi di finale degli Us Open senza aver lasciato per strada neppure un set. Ora incontrerà l’australiano Millman, giustiziere di Apollo-Fognini al secondo turno. A cedergli il passo è stato un altro aussie, ben più famoso del primo, Nick Kyrgios, autore della solita partita piena di evanescenza.
L’equilibrio tra il numero 2 del mondo e il numero 30 è durato solo un set, o quasi. Ha retto al servizio fino al 5-4 e ha poi ceduto l’ultimo decisivo game. Da lì in poi è stato un crescendo dello svizzero e un calando dell’australiano, colpevole, come spesso gli capita, di aver perso di intensità e di strategia. E questa è una cosa che contro Federer non ti puoi permettere se vuoi portare a casa la partita.
Il secondo set scivola via fino al 6-1, il terzo è un po’ più equilibrato, ma Nick scivola ancora sul finale, dopo che Roger mette a segno il punto (con la palla ributtata di là in recupero ad un’altezza di 10 centimetri almeno un metro a lato dalla rete) che forse passerà alla storia come il punto di questi Us Open 2018.
Insomma, il solito Kyrgios, incapace di gestire i momenti che contano, sciupati con delle forzature inaccettabili, come l’uso scriteriato della palla corta. E il solito Federer, che ha dato fin dall’inizio la sensazione di potersi accendere quando la pallina si fa pesante. Che poi è la grande differenza tra un giocatore dalle grandissime potenzialità e un fenomeno capace di vincere 20 slam in carriera.
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