Articolo tratto da Ubitennis.com
In fondo, meglio così. Doveva accadere e c’era il rischio che l’annuncio arrivasse in off-season e si tramutasse subito in realtà, senza la possibilità di vederla congedarsi dal tennis nel modo a lei più congeniale: giocando uno slice di quelli mortiferi, che parte come una carezza e finisce per essere un pugno. Roberta Vinci ha annunciato il ritiro dalle competizioni in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ma ha specificato che non chiuderà dopo una stagione così anonima. Si sta allenando, a gennaio sarà regolarmente in campo e disputerà al Foro Italico il suo ultimo torneo in carriera.
Restano cinque mesi di Roberta Vinci, né più né meno. “Il fatto certo è che mi ritiro, ma non mi andava di farlo dopo una stagione così anonima, condizionata da infortuni e pensieri per il futuro. Quindi giocherò fino agli Internazionali d’Italia e dirò addio al tennis al Foro Italico, sperando di farlo nel modo migliore, da protagonista”. La 34enne tarantina lascia quindi a Francesca Schiavone e Sara Errani l’onere di abbandonare per ultime la nave, in quella ristretta cerchia di giocatrici che hanno stravolto il tennis italiano femminile e tra le quali, per prima, ha scelto di ritirarsi Flavia Pennetta. “Sì, Roma è un torneo che ho sempre sofferto. Un po’ per la superficie, un po’ per la pressione di giocare davanti al mio pubblico, alla famiglia, agli amici. Magari è la volta buona che cambio tendenza“. In ben 19 partecipazioni – stagioni in cui si è fermata alle qualificazioni comprese – è scesa in campo 27 volte e ha vinto appena 8 partite (6 nel main draw) e non ne vince una addirittura dal 2013. In tutta la sua esperienza capitolina, peraltro, quella del 2013 è stata l’unica edizione in cui è riuscita a vincere due partite di fila (Vesnina e Burnett, prima di perdere contro Halep agli ottavi) e rimane ad oggi il suo miglior risultato.
Il problema sarà ripartire, per questo rush finale di cinque mesi, con la classifica che recita impietosamente ‘numero 117 WTA’. “Sono consapevole di dover giocare le qualificazioni e non mi importa. Comincerò con l’Australian Open, poi valuterò di volta in volta. Certo non farò i tornei per partecipare e basta. Cercherò di vincere più partite possibili con l’obiettivo di arrivare in forma a Roma: voglio una chiusura con il botto“. Un altro cambiamento rispetto alla routine sarà la sede principale dei suoi allenamenti. Conclusa l’esperienza di Palermo con coach Cinà, Roberta ha scelto di ripartire da Milano. “Ho deciso di affidarmi a Lorenzo Di Giovanni, che aveva già seguito Francesca (Schiavone, ndr), e al preparatore Andrea Guarnaccia. Lorenzo è giovane, motivato, stimolante e conosce perfettamente il gioco. Io mi divido tra il Tennis Club Lombardo e lo Junior, intanto comincio ad ambientarmi in città“. Roberta vuole acquistare casa a Milano, per rimanerci anche dopo aver concluso la sua esperienza con il tennis.
Nonostante l’entusiasmo nell’affrontare quest’ultimo scorcio di carriera, non sembra esserci la possibilità di un ripensamento. “Roma sarà il mio ultimo torneo anche se dovessi rientrare tra le prime 10 giocatrici del mondo“. Scalare 100 posizioni in meno di 150 giorni avrebbe dell’incredibile, persino per chi ha saputo fermare Serena Williams alle soglie di uno storico Grande Slam. Roberta lo sa, e pensa già a quello che sarà un minuto dopo aver riposto definitivamente la racchetta nel baule dei ricordi. “Per adesso mi sono concentrata sui prossimi sei mesi, ma sicuramente resterò nel tennis. Mi piacerebbe un ruolo ‘di campo’, poter insegnare, trasmettere loro qualcosa delle mie conoscenze e della mia passione. Non mi sento tagliata per la televisione, ad esempio“. La certezza quindi è che il tentativo di Flavia e Francesca, affacciatesi in cabina di commento per SKY, non verrà imitato. Campo fino a ieri, campo fino a maggio, e campo anche dopo. Sebbene in modo diverso.
Sarebbe inutile cominciare sin da ora a ripercorrere la carriera di una ragazza, di una donna che nel circuito ha sempre lasciato una scia di rarità. Basti ricordare che è stata numero 7 del mondo, quarta top 10 italiana della storia, e che di titoli ne ha vinti 10 come il voto che si merita in ogni conferenza stampa, anche dopo la sconfitta più bruciante. Sempre sorridente con eccezioni che si contano sulle dita di una mano.
Pur non avendo la solidità a tutto campo di Flavia o quella spinta agonistica inesauribile di Francesca, Roberta ha praticato e continuerà a praticare per 150 giorni un tennis che non si trova altrove. Quando è giunta la tragica notizia della morte di Jana Novotna, tra un lacrima per com’è finita e un sorriso per quel che è stato, ci si è ritrovati a pensare che un back di rovescio come quello si era poi rivisto in campo poche volte. Roberta è stata una delle poche in grado di farlo rivivere nella sostanza, arrivandoci persino in finale a New York, sebbene la forma fosse differente. Abbiamo tempo per salutare Roberta, in fondo sono cinque mesi. Lasciamo che siano sufficienti e godiamoci ogni scambio che resta.
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